L'orto sinergico (e un po' biodinamico)
La costruzione
La prima cosa da fare è stata la costruzione. A "lassa e pighia" ci ho impiegato un anno. La dimensione è di circa 5 X 5 metri.


All'inizio bisogna smuovere la terra con zappa e pala e ci vuole un po' di forza fisica. Sono riuscito a farmi venire il mal di schiena solo una volta. Il lavoro consiste nel toglire la terra da una parte e metterla dall'altra in modo da creare dei camminamenti più in basso e dei cumuli più in alto. Nel fare questo bisogna cercare di dare al tutto la forma che in qualche modo ci si è prefigurata. Io mi sono fatto all'inizio un progetto su carta. Si possono ottenere le forme più varie: a spirale, a cerchi concentrici o altro. Quello che invece non può variare molto è la largnezza del cumulo che dovrebbe più o meno essere di circa 1,2 m e comunque tale per cui la persona che ci dovrà lavorare possa raggiungere la metà di esso stendendo il braccio e tenendo i piedi in modo da sfiorare appena il bordo. Ricordarsi di non calpestare mai il cumulo per non pressare la terra.

Adesso camminamenti e cumuli sono pronti. In genere i cumuli vengono chiamati bancali, penso dal termine \"bancales\" che usava la contadina spagnola Emilia Azelip che per prima pare abbia ideato il metodo. Io l'ho appreso da alcuni suoi allievi italiani.

Un'altro aspetto importante di cui tener conto dirante la fase di scavo è che i camminamenti dovrebbero avere la giusta pendenza e non dovrebbero esserci buche o montagnette in modo che l'acqua piovana fluisca liberamente verso il punto più basso dove dovrebbe esserci lo sfogo necessario. Nel mio caso l'acqua finisce in un piccolo fosso che comunica più a valle con un torrente.

I camminamenti vengono coperti con cartone e sopra di esso segatura o truciolato. I cartoni li ho preso dai vari supermercati della zona evitando quelli che contenevano detersivi mentre il truciolato lo prendo in una segheria vicina. Lo scopo di questa copertura è di permettere al contadino di accedere all'orto e quindi di lavorare anche quando ha piovuto molto e la terra è molto bagnata.

Particolare del truciolato e del cartone.

Adesso andiamo alla parte idraulica. Per annaffiare le piante in estate (in inverno non è quasi mai necessario) uso un impianto a goccia. Il lavoro idraulico è stato quello che ha richiesto più tempo a causa della mia ignoranza pregressa in materia. Dal rubinetto principale si dipartono due tubi più grossi da 33 mm che vanno a servire le due ali dell'orto girandoci attorno lungo il perimetro. Questo raffigurato è uno dei due.

Ognuno dei due tubi principali viene chiuso da un tappo.

Dai tubi principali originano i tubi secondari da 16mm ciascuno dei quali serve un bancale. Il tubo secondario è collegato al tubo principale per mezzo di un rubinetto.

Atro particolare del tubo secondario collegato al rubinetto.

Il rubinetto va collegato al tubo principale applicando su quest'ultimo un foro. Per fare ciò si può usare questo strumento specifico.

Qui ho appena fatto il buco. Bisogna stare attenti a non dilatare troppo il foro altrimenti il rubinetto entrerà troppo lasco e non sarà a tenuta.

Ed ecco il tutto collegato: il tubo principale, il rubinetto e il tubo secondario. Se i collegamenti non sono a tenuta, con la pressione l'acqua fuoriesce ed è un casino perché una volta fatto il buco se questo risulta troppo largo non è facile chiuderlo e rifarne un altro in un altro punto. Per lo stesso motivo e bene non rimuovere più il rubinetto una volta inserito perché questo andrebbe ad allargare il buco, e ciao...

Anche i tubi secondari vanno chiusi con un tappo alla fine. Mi è capitato in un caso che il tubo fosse troppo piccolo di diametro (roba di mezzo millimetro) e il tappo non chiudeva. Vi risparmio le imprecazioni contro le madri le zie e le nonne di chi mi ha venduto le suddette cose e vi dico solamente che sono riuscito a risolvere il problema piegando in due il tubo e attaccandolo stretto con del fil di ferro plastificato.

Il tubo secondario va fatto girare tutt'intorno al bancale. Io gli faccio fare due giri e mezzo. Vi assicuro che non è facile perché il tubo non ne vuole sapere di prendere la forma che volete dargli voi, cioè quella del bancale, e quindi ci si deve ingegnare un po'... dopo le dovute imprecazioni, chiaro. Qui ho usato delle canne per indirizzare il tubo, in altri casi ho usato dei piccoli pesi come mattoni o altro. Il problema è solo all'inizio perché poi col tempo il tubo manterrà quella forma e le canne non saranno più necessarie.

Un altro particolare del bancale e del tubo.

Il tubo secondario contiene dei buchi in corrispondenza dei quali sono applicate delle valvole che regolano la fuoriscita delle goccie in modo da avere una pressione uniforme lungo tutto il tubo. Senza queste valvole l'acqua uscirebbe di più vicino al rubinetto e di meno man mano che ci si allontana. Il tubo che ho comprato contiene gia i buchi a distanza di 30 cm tra loro. Successivamente ho saputo che uno dei difetti di questa tecnologia è che col tempo i buchi si possono tappare a causa della formazione di calcare. Quindi la scelta migliore sarebbe stata quella di comprare il tubo senza buchi e le valvole a parte da applicare successivamente a mano. Il vantaggio con quest'altra tecnologia è che le valvole se si otturano si possono togliere, pulire e rimettere. A saperlo prima...

Subito ho aperto il rubinetto e provato il sistema. Dopo un po' si è formata la macchia di umidità intorno al buco. Il sistema funziona.

Ultimato il lavoro idraulico sono passato alla copertura della terra con la paglia. attenzione a non prendere fieno a meno che non si voglia fare un campo di grano piuttosto che un'orto.

Le balle di fieno coperte per quando piove. Ho visto che conviene mettere una pedana di legno sotto altrimenti con le piogge la paglia si bagna e fa un po' di muffa.

Ecco il bancale ricoperto di paglia e non si vede quasi più il tubo.

A questo punto passiamo a mettere i tutori di metallo. Questi servono per farci attaccare le piante quando crescendo hanno bisogno di un sostegno resistente. Io i tutori i ho pensati così: con degli archi e delle bacchette lunghe tagliate a 1,20 m di lunghezza. Tutto cio è bene che sia di metallo zincato altrimenti con la pioggia si arrugginisce. Per le bacchette ho comprato delle bacchette più lunghe da 6 m che poi ho tagliato in 5 parti da 1.20 m ciascuna. Gli archi invece li ho comprati già belli e pronti in un negozio specializzato in giardinaggio.

Prima fisso sul terreno le bacchette...

...e poi le collego con l'arco. Le bacchette sono in ferro pieno mentre l'arco è di alluminio cavo. Prima di comprarli ho verificato che la bacchetta entrava dentro il cavo dell'arco.

Su un bancale di circa 3,5 m ho messo 4 tutori: due agli estremi e due in mezzo. Fatti così non servirebbero a molto, sarebbero come certi tutor che ho conosciuto dalle parti di Verona. Per poter veramente reggere il peso delle piante ho applicato delle canne in cima per impedire che i tutori si avvicinino tra di loro e poi ho teso dei tiranti in fil di ferro in modo che il tutto risultasse strettamente legato e coerente.

E questo è il rubinetto centrale dell'orto da cui si diramano i due tubi principali e un terzo rubinetto al centro preziosissimo per tutte le volte che serve dell'acqua a parte quella che va sui bancali. A monte ho messo un contatore per misurare i consumi d'acqua. Ancora più a monte si potrebbe mettere un temporizzatore elettronico che programmato aprirebbe e chiuderebbe il rubinetto in modo automatico mentre magari il contadino è partito per una settimana. Ma questa cosa super sborona ancora non l'ho realizzata. Invece non vi dico quanto \"haiu cummattuttu\" per costruire questo blocco: mille volte ho giunto pezzi e poi disgiunto perché vi erano sempre perdite. Poi ho rotto le scatole ad un negoziante di cose per l'idraulica il quale voleva andare a mangiare per il pranzo. Non l'ho mollato fintanto che non mi ha spiegato il \"segreto\" di come fare le giunture con la canapa e il nastro biarco di teflon. Il suo metodo si rivelò ottimo.

Beh! La foto è molto bella. Vista così si direbbe che tutta la fatica ne è valsa la pena. Comunque al di là della bellezza della foto bisogna vedere se e quanto l'orto funzioni davvero in termini anche di raccolto. Per questo però ci vorrà del tempo anche perché bisognerà acquisire una certa sensibilità e bravura avendo fatto la scelta di non affidarsi alla chimica sintetica. Come si può forse vedere dalla foto, oltre ai tutori di metallo, alle canne e ai tiranti in fil di ferro plastificato ho intessuto tutto un'intreccio di spaghi al fine di creare una struttura a cui le piante si possano legare.

Ecco a che servono i tutori! Un cetriolo così può pesare anche 300 grammi.